Pietra di Castellavazzo

Un materiale di antica bellezza

La pietra di Castellavazzo è molto pregiata ed è stata molto utilizzata fin dall’antichità.

Sembra che a Castellavazzo già in epoca romana si estraesse questa pietra. La pietra di Castellavazzo si presenta in due colori: grigio e rosso. Il colore grigio è dovuto alla presenza di materiali argillosi e di grafite e viene cavato più in superficie, mentre il particolare colore rosso è dato dalla presenza di ematite e si trova più in profondità. Essa rappresenta la pietra più pregiata del Bellunese per le sue caratteristiche estetiche e di durezza e tutt’ora una delle cave è attiva: la cava di Marsor, nella frazione di Olantreghe, vicino a Castellavazzo e altri siti di estrazione. In tutta la provincia di Belluno e più in giù, trasportata su zattere, la ritroviamo da secoli utilizzata come pietra nobile per le parti architettoniche più belle e rappresentative sia per uso interno che esterno viste le sue qualità di resistere agli sbalzi termici. Il campanile di Belluno ad esempio è stato realizzato in pietra rossa di Castellavazzo: il colore rosso ad oggi si è notevolmente schiarito dai segni del tempo tanto che sembra essere fatto di pietra bianca.


Anche se non ce ne rendiamo conto questa pietra fa parte del nostro quotidiano da sempre. Passeggiando per il centro di Belluno ad esempio, la pietra di Castellavazzo si manifesta in tutta la sua bellezza. Possiamo riconoscerne l’uso nelle belle architetture dei palazzi, nelle chiese più amate, nelle fontane rinascimentali dislocate nelle piazze della città che portano al centro la statua di un vescovo, uno diverso per ogni quartiere. L’acqua esce da tubi in bronzo fatti a testa di drago stando a significare la vittoria del bene sul male. Anche la parte vecchia del paese di Castellavazzo è stata costruita con questa pietra. Molte case di pietra, estremamente interessanti dal punto di vista architettonico, oggi sono disabitate, lasciate in abbandono e messe in vendita.

Passeggiando lungo le belle viuzze di recente ristrutturazione si capisce come la bellezza di questo paese sia data dal fascino di alcuni scorci incorniciati dalle pregiate architetture di pietra e la natura circostante. Bruno Mazzucco, storico proprietario della cava di Castellavazzo, è stato da sempre un grande lavoratore e un profondo conoscitore dei segreti e delle antiche lavorazioni della pietra. Quale intenditore e appassionato, una volta provò, con l’aiuto di alcuni geologi, a forare le pendici del Civetta. Il desiderio era quello di ottenere la bella pietra rosa delle Dolomiti. Purtroppo però l’esito non fu positivo perché la pietra era friabile. E cosi si accontentò di cavare la pietra di Castellavazzo che non si può certo dire non sia pregiata.


Oggi la ditta che estrae in blocchi questa pietra è la ditta Roccia Scavi s.r.l., mentre la ditta Cason Marmi s.a.s. di Antonio Cason la lavora e commercializza. I manufatti che vengono realizzati sono prevalentemente per l’arredamento d’ interni quali vasche, lavabi, caminetti, rivestimenti. La loro passione per questa pietra fa si che vengano sperimentate lavorazioni e abbinamenti sempre nuovi dai risultati molto interessanti, realizzati con le stesse cure e attenzioni con cui venivano creati a mano gli antichi manufatti. Un progetto realizzato di recente è quello dell’Albergo Rosapetra a Cortina d’Ampezzo in cui la pietra di Castellavazzo fa da elemento principe abbinato al legno. Particolare la soluzione dei bagni dell’albergo in cui sono state usate diverse finiture oltre che diversi tagli della stessa pietra.

La Pietra e l’architettura oggi

Parete rivestita in pietra di Castellavazzo con doghe lavorate a spacco. Ristorante albergo Rosapetra Cortina, progetto di Carlo Samarati.

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Per la parete di fondo viene usato un Castellavazzo rosso a listelli H=8/10/12 cm spaccato a mano con scalpello; per il top del lavandino viene usato un Castellavazzo rosso tagliato al contro vena, la cui finitura superficiale è lucida e il bordo lavorato a spacco; nella parete con gli specchi viene usato un Castellavazzo rosso tagliato contro con finitura superficiale bocciardata e spazzolata e i bordi spaccati.  Il risultato si può definire una vera opera d’arte. Ristorante albergo Rosapetra Cortina, progetto di Carlo Samarati.

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Dettaglio della parete rivestita in pietra di Castellavazzo lavorata a mano con scalpelloRistorante albergo Rosapetra Cortina, progetto di Carlo Samarati.

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Caminetto di pietra di Castellavazzo antica. Casa privata, Belluno.

Base nuova del caminetto in pietra di Castellavazzo.

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Piano del lavello e area cottura a isola con finitura spazzolata. Casa privata, progetto arch. Anoja.

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Base caminetto con finitura spazzolata e copri vaso bocciardato e spazzolato.  Casa privata Belluno, progetto arch. Anoja.

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Parete rivestita con finitura a spacco. Ristorante Dim Sum – Milano, progetto di Carlo Samarati.

Muro rivestito in lastre di pietra sia all’interno che all’esterno e tetto con struttura in legno.  Santuario della Madonna di Lourdes in Nevegàl, Belluno.

Particolare del muro rivestito in lastre di pietra.  Santuario della Madonna di Lourdes in Nevegàl, Belluno.

Particolare facciata  Santuario della Madonna di Lourdes in Nevegàl, Belluno.

Particolari pavimentazione Santuario della Madonna di Lourdes in Nevegàl, Belluno.

Particolari pavimentazione Santuario della Madonna di Lourdes in Nevegàl, Belluno.

Dettaglio della pietra di Castellavazzo spaccata a mano.

La Pietra e l’architettura ieri

Insieme di case rurali con particolari di tessiture murarie.

Insieme di case con particolari di tessiture murarie e pavimentazione di nuova realizzazione del paese di Castellavazzo.

Insieme di case del paese di Castellavazzo.

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Dettaglio tessitura muraria del paese di Castellavazzo.

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Insieme di case del paese di Castellavazzo.

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Scala antica in pietra di Castellavazzo.

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Fontana antica in centro al paese di Castellavazzo.

Fontana antica in centro al paese di Castellavazzo – particolare.

Campanile del Duomo di Belluno.

Fontana in Piazza Duomo a Belluno.

Fontana Motta o detta anche del Seminario di Belluno.

Fontana Piazza Santo Stefano, Belluno.

La facciata della chiesa rinascimentale di San Rocco, costruita con la pietra di Castellavazzo ed inaugurata nel 1561.

Portale di ingresso alla Chiesa.

Vista d’insieme dell’interno della chiesa con un’unica navata con volte a botte a profilo semicircolare.

Particolari architettonici in pietra di Castellavazzo grigia.

Particolari architettonici.

Navata laterale con volte a crociera della Chiesa di Santo Stefano a Belluno.

Archi, costoloni e fusti delle colonne bicromici in pietra di Castellavazzo e Bianco di Valdart.

 

Particolare del capitello fogliato.

Pavimentazione antica della Chiesa in cui si può notare la lavorazione di una volta che prevedeva, dopo lo spacco della pietra, l’uso di semplici spazzole di ferro.

Per analizzare le caratteristiche del materiale vai alla pagina tecnica della Pietra di Castellavazzo.

PAGINA PIETRA DI CASTELLAVAZZO